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Sendapp

Voice bot e WhatsApp: guida in 9 step con SendApp

Von 12. Dezember 2025Keine Kommentare

Perché oggi un voice bot è (davvero) utile nel customer service

Il customer service moderno ha due esigenze che spesso sembrano incompatibili: essere immediato e disponibile 24/7, ma senza far esplodere i costi del personale. In Italia questo problema è particolarmente evidente in settori come e-commerce, studi professionali, sanità privata, utility e servizi locali: tanti contatti ripetitivi, picchi in fasce orarie specifiche e clienti che vogliono risposte “subito”.

Un voice bot (assistente telefonico AI) risolve il collo di bottiglia sul canale voce, mentre WhatsApp Business è il canale preferito per continuare la conversazione in modo comodo, tracciabile e automatizzabile. Il punto chiave è l’integrazione: il voice bot può gestire la chiamata, raccogliere dati e poi passare il testimone a WhatsApp per inviare conferme, link, preventivi, reminder e follow-up. Con SendApp puoi orchestrare queste automazioni e centralizzare la comunicazione, trasformando una semplice telefonata in un flusso conversazionale completo.

Che cos’è un voice bot (e cosa non è)

Un voice bot è un assistente telefonico basato su AI che comprende il linguaggio naturale e riesce a sostenere un dialogo completo: fa domande, interpreta le risposte, gestisce eccezioni e conclude con un’azione (ad esempio aprire un ticket, fissare un appuntamento, inviare un messaggio WhatsApp, trasferire a un operatore).

Non va confuso con:

  • IVR “premi 1, premi 2”: menu rigidi, poco graditi e spesso inefficaci.
  • Messaggi preregistrati: non capiscono davvero cosa chiede il cliente.
  • Segreterie telefoniche: raccolgono solo un messaggio, senza guidare l’utente.

Come funziona un voice bot: tecnologia in parole semplici

Un voice bot combina tipicamente tre componenti:

  • Speech-to-Text: trasforma la voce del chiamante in testo.
  • NLP/AI conversazionale: interpreta intento e contesto (es. “voglio cambiare appuntamento” vs “voglio prenotare”).
  • Text-to-Speech: genera la risposta vocale in modo naturale.

Durante la chiamata, il bot estrae dati (nome, numero, codice cliente, indirizzo, motivo del contatto), li valida (es. “mi confermi che l’indirizzo è…?”) e decide il passo successivo. La parte che fa la differenza, però, è ciò che succede dopo: grazie a WhatsApp puoi inviare un riepilogo, un link di pagamento, una conferma di appuntamento o un ticket, riducendo errori e richieste ripetute.

Perché integrare voce + WhatsApp Business: il vantaggio competitivo

Molte aziende gestiscono telefono e messaggistica come mondi separati. Risultato: dati duplicati, conversazioni spezzate, tempi lunghi e clienti frustrati. Un flusso integrato porta benefici concreti:

  • Continuità: la chiamata avvia il processo, WhatsApp lo completa.
  • Tracciabilità: su WhatsApp rimangono conferme e documenti.
  • Automatisierung: follow-up automatici (promemoria, richieste feedback, upsell).
  • Riduzione costi: gli operatori intervengono solo sui casi complessi.
  • Customer experience: meno attese, meno “richiami”, più chiarezza.

9 step per costruire un voice bot per il tuo business (con WhatsApp e SendApp)

1) Definisci gli obiettivi e le metriche (prima della tecnologia)

Parti da una domanda: cosa deve ottenere il voice bot? Esempi comuni:

  • Ridurre le chiamate perse fuori orario
  • Gestire FAQ (spedizioni, resi, orari, prezzi)
  • Qualificare lead (immobiliare, automotive, servizi)
  • Aprire ticket e raccogliere dati strutturati
  • Fissare/modificare appuntamenti

Definisci KPI misurabili: tempo medio di gestione, tasso di risoluzione automatica, riduzione trasferimenti, conversione lead, CSAT, riduzione chiamate ripetute.

2) Mappa i casi d’uso ad alto impatto (e a bassa complessità)

Il modo più rapido per ottenere risultati è partire da richieste ripetitive. In Italia, alcuni esempi pratici:

  • Centro estetico: “Vorrei spostare l’appuntamento”, “Quanto costa il laser?”
  • Clinica dentistica: “Disponibilità per igiene”, “Invio preventivo”, “Promemoria visita”
  • E-commerce: “Dov’è il mio ordine?”, “Come faccio il reso?”
  • Assistenza caldaie/condizionatori: “Guasto urgente”, “Manutenzione annuale”, “Richiesta intervento”

Ogni caso d’uso deve avere un esito chiaro: rispondere, raccogliere dati, creare ticket, trasferire a operatore, inviare WhatsApp con istruzioni.

3) Progetta il dialogo: domande giuste, meno attrito

Un voice bot efficace non “recita”, conduce. Regole pratiche:

  • Domande brevi e una alla volta
  • Conferma dei dati critici (telefono, indirizzo, data)
  • Gestione errori (“Non ho capito, puoi ripetere?”)
  • Uscita rapida verso operatore (“Vuoi parlare con un addetto?”)

Esempio (assistenza tecnica): il bot chiede marca/modello, descrizione guasto, urgenza, CAP e fascia oraria. A fine chiamata: “Perfetto, ti invio ora su WhatsApp il riepilogo e i prossimi passi”.

4) Definisci i dati da raccogliere e come usarli su WhatsApp

La chiamata è ottima per intercettare l’esigenza, ma WhatsApp è ideale per:

  • Inviare riepilogo (riduce contestazioni)
  • Condividere link (pagamento, documenti, tracciamento)
  • Inviare foto/video richiesti (es. danni, guasti)
  • Ottenere conferme con un tap

Con SendApp puoi costruire automazioni e sequenze su WhatsApp basate sui dati raccolti: ad esempio, se il cliente chiama per “reso”, riceve automaticamente su WhatsApp la procedura corretta e i passaggi personalizzati.

5) Imposta il passaggio “voice-to-WhatsApp” (il momento chiave)

Il passaggio di canale deve essere naturale e utile. Alcuni trigger efficaci:

Voice bot e WhatsApp: guida in 9 step con SendApp
  • Invio conferma appuntamento + posizione Google Maps
  • Invio ticket e tempo stimato di risposta
  • Invio preventivo e pulsante “Conferma”
  • Invio tracciamento ordine e FAQ contestuali

Operativamente, l’utente deve essere informato con chiarezza: “Ti mando adesso un messaggio WhatsApp al numero da cui stai chiamando. Va bene?” In questo modo aumenti consenso e aspettativa corretta.

6) Collega l’operatività: ticket, CRM, agenda e notifiche

Un voice bot non deve essere un “giocattolo” isolato. Collegalo ai processi reali:

  • Ticketing: apertura automatica con categoria e priorità
  • CRM: creazione/aggiornamento contatto e tag (es. “Lead caldo”)
  • Kalender: prenotazioni e riprogrammazioni
  • Notifiche interne: avvisi al team quando serve intervento umano

Su WhatsApp, SendApp può gestire la parte conversazionale e di follow-up, riducendo il lavoro manuale: conferme, reminder, richieste documenti, raccolta feedback.

7) Prepara template WhatsApp e automazioni di marketing (senza spam)

WhatsApp funziona quando è rilevante. Alcune automazioni “italiane” ad alto valore:

  • Post-chiamata: “Ecco il riepilogo della tua richiesta + numero pratica”
  • Reminder appuntamento: 24 ore prima con opzione “Conferma / Sposta”
  • Recupero preventivo: dopo 2 giorni, se non confermato
  • Cross-sell contestuale: dopo intervento caldaia, proposta manutenzione annuale
  • Survey CSAT: “Da 1 a 5 com’è andata?”

Con un approccio di marketing automation, ogni messaggio deve avere un obiettivo e un timing. L’AI conversazionale può aiutare a gestire risposte libere (“Posso venire alle 18?”) e guidare l’utente al passo successivo.

8) Gestisci escalation e handover all’operatore

Un progetto serio prevede sempre un “piano B”. Definisci regole di handover:

  • Se l’utente lo chiede esplicitamente
  • Se l’intento non è riconosciuto dopo 2 tentativi
  • Se la richiesta è sensibile (reclami, disdette complesse)
  • Se il cliente è VIP o già in trattativa avanzata

Il passaggio deve essere fluido: l’operatore deve vedere il contesto (motivo, dati raccolti, riepilogo) e riprendere su WhatsApp o telefono senza far ripetere tutto al cliente.

9) Misura, ottimizza e scala: la parte che fa crescere i risultati

Un voice bot migliora nel tempo, ma solo se misuri. Cosa monitorare:

  • Intent più frequenti e loro tasso di successo
  • Punti di abbandono (dove il cliente riaggancia)
  • Tempo medio di gestione e trasferimenti
  • Performance dei messaggi WhatsApp (risposte, conversioni, prenotazioni)

Ottimizza i dialoghi, aggiungi nuove risposte, crea nuove automazioni su WhatsApp e scala su più linee/brand/servizi. In molte aziende italiane, la scalabilità più rapida arriva proprio dai flussi WhatsApp: una volta definiti template e logiche, puoi gestire volumi molto più alti senza aumentare proporzionalmente il team.

Esempi pratici (italiani) di flussi voice bot + WhatsApp

Esempio 1: E-commerce moda – “Dov’è il mio ordine?”

Chiamata: il voice bot chiede numero ordine o email, identifica lo stato (in preparazione/spedito/consegnato).

WhatsApp: SendApp invia link di tracciamento, policy reso e pulsante “Parla con assistenza” se il tracking è fermo da X giorni. Risultato: meno chiamate ripetute e più autonomia per il cliente.

Esempio 2: Studio medico – prenotazione e promemoria

Chiamata: il bot propone date disponibili e raccoglie dati essenziali.

WhatsApp: conferma appuntamento, invio indicazioni, documenti da portare, reminder automatico e opzione “Sposta”. Riduzione no-show e segreteria più libera.

Esempio 3: Azienda di assistenza casa – guasto e raccolta prove

Chiamata: il bot classifica il guasto (perdita, blocco, rumori), urgenza e indirizzo.

WhatsApp: richiesta foto/video, invio finestra intervento, aggiornamenti e feedback finale. L’operatore riceve tutto già organizzato, con meno ping-pong telefonico.

Best practice: cosa evita i fallimenti nei progetti di voice bot

  • Non partire dal “bot perfetto”: parti da 2-3 casi d’uso e amplia.
  • Scrivi dialoghi orientati all’azione: ogni domanda deve portare a una decisione.
  • Usa WhatsApp per ciò che la voce non fa bene: link, documenti, conferme, immagini.
  • Metti sempre l’opzione operatore: aumenta fiducia e riduce frustrazione.
  • Allinea marketing e assistenza: follow-up utili, non promozioni casuali.

Come SendApp può aiutarti

SendApp offre soluzioni complete per gestire WhatsApp Business in modo professionale ed efficiente:

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